Quando il potere occupa militarmente le coscienze, il sorriso di una donna lucana ci da ancora speranza

Questo è il racconto di un fatto divertente che mi è accaduto una decina di giorni fa; dopo il racconto, mi permetterete una valutazione per spiegare il contesto per cui io e una anziana donna lucana, incontrandoci per caso e ridendone, abbiamo misurato la forza e l’arroganza pervasiva e impalpabile del potere.
Il fatto è accaduto  in uno dei nostri paesi della Basilicata (Montescaglioso) in cui ero andato a trovare una delle aziende iscritte al nostro sindacato. Erano i giorni in cui divampava l’ennesima battaglia in cui siamo impegnati contro il malaffare nella gestione degli Enti Pubblici in agricoltura, i giorni in cui denunciavo con forza la manovra speculativa per cui grazie all’accordo con il potere politico, la Coldiretti stava tentando di mettere le mani sul Consorzio di Bonifica di Basilicata e le laute prebende da amministrare. Continua a leggere

Conte …. ma fammi il piacere!

Ci sto provando! Sto cercando di impormi un profilo “laico e pragmatico” di fronte al mutare dei tempi e al nuovo che avanza.
Sto cercando di adottare la regola per cui, prima di commentare, cerco di ascoltare, capire, accogliere. Non mi sono mai piaciuti i tifosi e, dunque, il fatto di non iscrivermi al partito dei “contrari a priori” mi sembra già un atto generoso per uno come me che da cinquant’anni è collocato comunque all’opposizione di qualsiasi governo si è succeduto. Continua a leggere

FRA LA PADELLA E LA BRACE, LA VIA È L’ALTERNATIVA.

Calma! Scrivevo il giorno dei risultati elettorali: non c’è in corso nessuna rivoluzione: è solo iniziato il gioco del cerino acceso. Sbagliavo: i cerini accesi sono più di uno e stanno bruciando le mani del Paese. Mi sono imposto di non fare il tifoso e di provare a guardare la realtà: mi sembra evidente lo scontro interno (e senza esclusione di colpi) all’establishment per ricollocare i poteri senza cambiare la sostanza. Savona il nuovo espressione del popolo? Ridicolo! Una carriera da “grand commis” del potere costruita favorendo i poteri finanziari (che siano tedeschi, americani o italiani cosa cambia?). Continua a leggere

Dedicato alla arguzia, ad Antonio Terenzio ed ai marziani

Leggendo divertito i post di una mia amica che passa il suo tempo a commentare su fb i fatti della politica, mi imbatto nel solito commento di uno dei supporter del Movimento 5Stelle che, in barba della nuova linea governista e responsabile del Movimento, ripropone per l’ennesima volta lo slogan da striscione di curva sud che ci ha assordato in questi anni… “… io li ho appena votati … non mi sento proprio un cojone dato che per la prima volta qualcuno ha il coraggio di mettere Berlusconi alla porta, anzi fuori dalla porta … se tu sei un fiancheggiatore di pregiudicato per frode fiscale e finanziatore della mafia … il problema sei tu / voi”. Continua a leggere

E’ il 4 marzo, giorno del voto. Per la prima volta il mio sarà un voto incoerente.

Oggi è giorno di voto e io vado a votare. Per la prima volta nella mia vita, sento che il mio voto sarà incoerente e dedico al voto una parentesi stretta di tempo. Qualche minuto senza aver assolto in realtà alcun impegno attivo pur avendo chiare le mie idee e cosa voterò.
Ho sempre militato politicamente, sono sempre stato fiero delle mie idee e delle scelte politiche che ho compiuto, sempre cercando la via giusta che mi portasse il più vicino possibile agli interessi degli sfruttati, per la democrazia e l’antifascismo.
E lo sono tuttora, avendo fatto da tempo la scelta di vivere la mia politica nell’impegno sociale e sindacale.
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TE LO DO IO IL SOVRANISMO

Io, uomo di sinistra, dico che le responsabilità più gravi per la crisi del nostro tempo sono sulle spalle di quanti, sostenendo di ispirarsi/richiamarsi essere di sinistra, non hanno il coraggio di mettere in discussione il neoliberismo o, piuttosto, hanno l’interesse a sostenerlo. Io, uomo di sinistra, sono e mi batto per la Sovranità Alimentare; ovvero per il diritto democratico dei popoli (esercitato con le forme di governo che si danno) di determinare il proprio modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo. Il contrario del modello imposto dal dominio agroalimentare del capitalismo del nostro tempo che espropria di diritti e di democrazia i cittadini e scarica sui territori i prezzi di una accumulazione selvaggia e primitiva.
Non basterà ai demagoghi della modernità neoliberista, spesso nascosti dietro la rassicurante ideologia conservatrice della tutela dell’esistente, tacciare di “sovranismo” la ricerca di democrazia e giustizia sociale nel modello economico. Continua a leggere

Imprescindibili

Hay hombres que luchan un día y son buenos. Hay otros que luchan un año y son mejores. Hay quienes luchan muchos años, y son muy buenos. Pero hay los que luchan toda la vida, esos son los imprescindibles Bertolt Brecht

Rifondare il sindacato della terra

Quando alla fine degli anni ’90, dopo diversi anni di lavoro sociale nelle campagne, muovendo da un’Associazione nata in Basilicata che conduceva iniziative contro il caporalato nelle campagne (l’Associazione Michele Mancino di cui ero il Presidente) abbiamo dato vita al percorso che ci avrebbe portato a Genova nel luglio 2001 riunendo i soggetti attivi del mondo agricolo contro la deriva neoliberista che determinava la crisi, non volevamo fare un sindacato.
Volevamo solo “cambiare il destino dell’agricoltura italiana mettendo in campo un progetto nuovo”.
Nacque, così, il Foro Contadino – Altragricoltura: uno spazio unitario in cui si incontrarono fin da subito agricoltori, allevatori, cittadini socialmente impegnati e provenienti dai percorsi più diversi. Continua a leggere

Oggi è il 24 giugno, auguri per un nome mai avuto.

Alla Ricerca del destino perduto e di un nome mai dato.

Non ho mai festeggiato il mio onomastico né, tantomeno, ho fatto gli auguri a qualcuno per il suo.
Oggi, che è il 24 giugno e, come mi ricordano tutti i social, televisioni, giornali, è San Giovanni, voglio fare gli auguri a Giuseppe, Renato, Bernardo, Vasco e Oscar, ricordando mio padre Luciano e cercando di capire i segni del mio destino.
Sui social, del resto, la valanga degli auguri di oggi è spesso accompagnata da citazioni che sottolineano questo o quel significato del nome “Giovanni” per trarne il vaticinio per il futuro giacché è vulgata popolare il ritenere che nel nome ci siano i segni del destino di ognuno di noi.
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Il presagio del sogno e il regalo del tempo.

C’era un sogno ricorrente che facevo una volta e che di tanto in tanto invadeva le mie notti lasciandomi stravolto al risveglio.
Un sogno tutto mio, che mi coinvolgeva fisicamente e di cui ancora oggi sento i suoni ovattati, gli odori, il coinvolgimento pieno del mio corpo, il senso di pace che mi pervadeva, il sorriso straniato che mi lasciava al risveglio, l’inquietudine che mi accompagnava nel ripensarlo, l’ansia nell’attendere che tornasse.
Un sogno che facevo con una qualche ricorrenza da bambino per poi diventare meno frequente da adolescente fino ad abbandonarmi negli anni.
Mi alzavo in aria e volavo come può fare un’aquila. No, non era volare; non era spostarsi da un punto all’altro volando più o meno velocemente. Piuttosto era come se levitassi.
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